Nel corso dei suoi cento anni, la Pro Foligno ha vissuto inevitabilmente eventi fortunati incrociati con momenti di difficoltà. Al di là dei singoli eventi, rimangono tuttavia le pietre miliari che la Pro Foligno ha lasciato in custodia alla città. Già nel 1906 ebbe a compiere una operazione coraggiosa con la fondazione della associazione di pubblica assistenza “Croce Bianca”. Continua...

ProFoligno Eventi

Serrone. È tornata “a casa” “l’Assunzione della Vergine” (di Adua Bartolini)

Serrone è un grazioso borgo della collina
folignate posto a circa 600 metri di
altitudine. Le poche case sorgono intorno
alla chiesa e vicinissima c’è la macchia
che per molto tempo è stata fonte di
vita e di lavoro per i taglialegna che
rifornivano forni, trattorie e ferrovia a cui
procuravano il legname per le “traverse”
dei treni. La chiesa di Santa Maria
Assunta custodisce o meglio custodiva
due gioielli artistici di grande valore:
la “ Bottega di San Giuseppe” opera di
un anonimo pittore nordico del ‘600 e
“L’Assunzione della Vergine”, databile
tra la fine del XVI secolo e gli inizi del
XVII anch’essa di incerta attribuzione.
Dopo il terremoto del ’97 la prima delle
due tele è esposta al museo capitolare
diocesano di Foligno, e sostituita da una
copia di non eccelsa fattura con grande
rammarico dei serronesi che vorrebbero
riportarla “a casa”. L’Assunzione della
Vergine è invece ritornata a Serrone
e festeggiata domenica 15 novembre
con una importante manifestazione,
dopo un lungo intervento di restauro
eseguito dalla CooBec di Spoleto. Sono
intervenute numerose personalità tra
cui don Gian Luca Antonelli parroco di
Serrone, la dottoressa Vittoria Garibaldi,
storica dell’arte, vice presidente del
Consiglio di Amministrazione della
Fondazione Cassa di Risparmio di
Foligno, la professoressa Rita Barbetti
vice sindaco, il direttore della CooBec
Bruno Bruni, il professor Bruno
Toscano, storico dell’arte. Davanti
ad un pubblico numeroso e attento
sono state illustrate le caratteristiche
e il valore artistico dell’opera che
oggi si può ammirare in tutta la sua
bellezza grazie alla collaborazione fra il
Comune di Foligno, la Soprintendenza
B.A.A.A.S. dell’Umbria, la Fondazione
Cassa di Risparmio, il Comitato Pro
Serrone. La tela raffigura la Vergine
Assunta sorretta da quattro angeli tra
San Francesco di Paola e San Filippo
Neri. È così bella che si spera attiri un
gran numero di visitatori. I percorsi
museali decentrati promossi dal Comune
di Foligno sono una grande ricchezza
per il nostro territorio che custodisce
tesori artistici che meritano di essere
conosciuti. Recentemente attraverso
questo giornale abbiamo segnalato
l’importanza del Museo Archeologico
e del Museo Naturalistico di Colfiorito.
Intendiamo continuare su questa strada
per contribuire alla conoscenza e alla
valorizzazione di tante bellezze naturali
ed artistiche presenti in piccole realtà,
ma non per questo meno preziose.

Antonio Paolucci e l’Umbria. Dalla Madonna di Foligno alla Madonna della Cintola (di Franca Trubbianelli Scarabattieri)

Antonio Paolucci, Direttore dei Musei
Vaticani, ogni tanto ci consente di
ammirare straordinarie opere d’arte
qui nel nostro territorio, o meglio, nei
luoghi in cui queste opere sono state
custodite per tanto tempo ed ora vivono
ai Musei Vaticani. Grande commozione
fu provata nell’ammirare la Madonna
di Foligno che, in file ordinate, ci
recammo ad ammirare presso il
monastero della Beata Angelina. Oggi
il fenomeno si ripete perché Antonio
Paolucci ha consentito di trasferire per
un breve periodo il dipinto di Benozzo
Gozzoli, la Madonna della Cintola,
presso il Museo di Montefalco, un
tempo chiesa di san Francesco. La
tavola fu dipinta nel 1450 per l’altare
maggiore della chiesa di san Fortunato
e raffigura la Vergine Assunta in cielo
che fa l’atto di donare la cintola al
miscredente san Tommaso. Nel 1848 il
prezioso dipinto fu ceduto a papa Pio
IX in occasione della concessione al
borgo di Montefalco del titolo di città.
La presentazione del dipinto restaurato
è avvenuto alla presenza dei restauratori
dei Musei Vaticani i quali hanno
raccontato il processo di recupero
della pala d’altare che hanno saputo
riportarla ad un miracolo di azzurro
e oro – come l’ha definita lo stesso
Antonio Paolucci. Benozzo Gozzoli,
che a Firenze aveva frequentato il
Beato Angelico ed aveva lavorato
con lui, e a Roma aveva conosciuto
i maggiori artisti del suo tempo,
forse in Umbria, ma soprattutto a
Montefalco, raggiunse le massime
vette della sua arte. Non poteva essere
altrimenti, sottolinea Antonio Paolucci
il quale, nel raggiungere Montefalco
per la conferenza, non ha potuto che
ammirare la bellezza del paesaggio con
i suoi colori autunnali: una perfetta
giornata di un perfetto ottobre, che
da Trevi a Montefalco offre una
visione color del miele che lo rende
felice. Poi la partitura armoniosa degli
spazi agricoli, che è ancora quella del
tempo di Benozzo, fa sì che Antonio
Paolucci ringrazi i sindaci di questo
lembo di Umbria per la sapienza con
la quale mantengono il territorio.
Ringrazia anche i sindaci che, con
notevole sforzo economico, ridanno
luce ad opere di staordinaria bellezza
quali la Madonna della Cintola.

Il dopoguerra e i gruppi teatrali attivi a Foligno (di Lanfranco Cesari)

Negli anni Quaranta del dopoguerra
si attivano a Foligno alcuni gruppi
teatrali che danno vita ad applauditi
spettacoli di rivista, varietà musicali e
operette, in cui si esaltano la fantasia e
la versatilità dei giovani artisti folignati
nel redigere i testi e nell’allestire le
scenografie, oltre che nell’interpretare
e nel comporre le musiche e le canzoni.

Le riviste musicali

“Cantachiaro” e
“Guardiamoci allo specchio”
Viene così rappresentata con successo
al Supercinema Teatro, già Cinema
Teatro Impero, sulla scia dell’omonimo
spettacolo di De Tuddo, Monicelli,
Garinei e Giovannini dato al “Quattro
Fontane” di Roma, la rivista musicale
“Cantachiaro”, con un “agguerrito”
cast di interpreti tra i quali Mauro Antonini,
Carlo Poletti, Vinicio Taddei,
Bruno Terrin, Feliciano Mattioli,
Giovanna e Ugolina Ruffinelli, Eros
Manni e Daniela Sabbatini che, accompagnata
dall’orchestra Fancelli,
interpreta la canzone “Io son la verità”.
E al Teatro San Carlo va in scena,
nell’autunno del 1946, “Guardiamoci
allo specchio”, rivista musicale di
Luciano Radi e Brenno Rampioni,
con musiche originali del maestro
Franco Benigni, direzione d’orchestra
del maestro don Guerriero Silvestri,
luci di Renzo Ravanelli. Interprete,
insieme a Radi e Rampioni, un gruppo
di giovani e promettenti “attori” , tra
i quali Sirio Giannantoni, Corrado
Leone, Enzo Tomassoni, Walfrido
Paoli, Stefano Ponti, Vezio Bazzarin,
Luigi Fratta. Non mancano gli
applausi e le repliche. Il Teatro San
Carlo, nel dopoguerra adibito anche a
sala cinematografica, era stato inaugurato
il 23 settembre 1888 e realizzato
nell’ambito dell’Istituto San Carlo per
dare impulso alle attività ricreative giovanili.
La giovane Compagnia folignate
ne rilancerà, con rinnovato fervore,
l’attività teatrale interrotta nel periodo
bellico, rinverdendo gli allori della
gloriosa filodrammatica cittadina che
aveva avuto diversi direttori artistici,
tra i quali (primi anni Venti) il cavalier
Manlio Calindri , artista di chiara fama
e padre del più noto attore Ernesto.

“Quando il cuore s’innamora”

La sera del 7 aprile 1948 il Gruppo
Artistico Città di Foligno rappresenta
al Supercinema Teatro, per la regia di
Brenno Rampioni, “Quando il cuore
s’innamora”, operetta brillante in tre
atti su libretto di Alberto Retti e musiche
del concittadino
maestro Alessandro
Biagini. Tra gli interpreti,
Brenno Rampioni,
Maria Pia
Morroni (soprano),
Daniela Sabbatini,
Nella Cruciani, Marisa
Cruciani, Elda
Stoppini, Italo Stinchelli
(tenore), Otello
Giovannini, Mario
Cesaroni, Umberto
Tonato, Enzo Tolomei.
La grande orchestra
diretta dal maestro
Biagini esegue
tra gli altri motivi il valzer nostalgico
“O dolce terra mia” composto dallo
stesso Biagini. Lo spettacolo riscuote
un lusinghiero successo e viene riproposto
in altri centri dell’Umbria con
i favorevoli giudizi della critica e del
pubblico. Il giornale “Il Mattino” ne
redige un resoconto con commenti e
riferimenti ad “un dialogo spigliato e
vivace e una musica che finalmente
ci riporta alla dolce melodia italiana”.
Questo fervore musicale, sostenuto
dall’interesse del pubblico, è ravvivato
dall’impegno di giovani appassionati
interpreti e musicisti riuniti sotto la bacchetta
dell’insigne maestro Alessandro
Biagini, autore, tra l’altro, di romanze,
preghiere, canti religiosi, inni patriottici
e di alcune operette brillanti, tra le quali
“Bella di notte”, che viene ricordata insieme
a “Quando il cuore s’innamora”.

“Addio Giovinezza”

Si ricorda anche quando (20 febbraio
1940) al Cinema Teatro Impero era
andata in scena “Addio Giovinezza”,
di Pietri, interpretata da Graziella
Muzzi (soprano), Daniela Sabbatini,
Tina Tomei, Anna Alimenti, Nella
Cruciani, Anna Desideri, Bruno
Donati (tenore), Brenno Rampioni,
Paolo Briganti, Ottaviano Occhiuzzi,
per la regia di Ida Pizzardi. Maestro
concertatore e direttore d’orchestra
(trenta professori, quaranta esecutori)
Alessandro Biagini. Dopo la morte,
a Biagini viene intitolata la Scuola
comunale di Musica, della quale egli
è stato uno dei più apprezzati maestri

La Fabbrica nel Paesaggio (di Gabriella Righi)

Nella Sala Rossa di Palazzo Trinci gremita
di ospiti provenienti da venticinque
città italiane sedi dei Club UNESCO, e
dal comune di Dobrowo in Slovenia, si è
svolta la premiazione di La Fabbrica nel
Paesaggio edizione 2015. Il concorso è
indetto dalla FICLU (Federazione Italiana
Club e Centri UNESCO) che affida
al Club di Foligno l’organizzazione
della cerimonia di premiazione in quanto
l’idea di questo premio è stata del Club
UNESCO di Foligno e Valle del Clitunno.
Nella prima edizione il primo premio
fu assegnato all’imprenditore umbro
Brunello Cucinelli che con sensibilità e
lungimiranza ha realizzato il bellissimo
restauro del borgo di Solomeo. Il premio
comprende due sezioni: la prima per l’imprenditore
privato che nel ristrutturare
o costruire la sede della propria attività
dimostra particolare sensibilità per l’ambiente
e il paesaggio, l’altra per enti o
istituzioni che nel promuovere azioni e
programmazioni sul territorio dimostrano
la stessa sensibilità. Nell’edizione 2015
il primo premio è andato alla Società
Agricola Des Martin di Valliera di Castelmagno,
proposto dal Club di Morra (CN).
La Società è composta da una cordata di
dieci imprenditori capitanata da Enrico
Cordero di Montezemolo e sua moglie
Paola i quali nel ricevere il premio hanno
specificato che il loro amore per la montagna
e la sua valorizzazione sono stati
la molla che li ha indotti a restaurare un
villaggio completamente abbandonato,
rispettando la semplicità dell’architettura
e restituendogli la funzione produttiva e
sociologica con attenzione
al paesaggio circostante.
In questo splendido luogo si allevano mucche e
si produce un formaggio d’alpeggio DOC, il Castelmagno,
promovendo e favorendo un’attività
ricettiva e ristorativa. Il
primo premio nella sezione
pubblica è andato al “Libero Consorzio del Comune
di Enna” per il Campo di
raccolta del germoplasma
internazionale di ulivo,
proposto dal Club di Enna. Il campo è
situato a Zagaria e conserva le principali
varietà di ulivi provenienti da tutto il
mondo. Produce l’Olio del Mondo per
finalità promozionali, fa attività di ricerca
e culturali, contribuisce al fascino del
paesaggio che fa da cornice al lago di
Pergusa. Due premi meritatissimi nella
difficile selezione, che ha dovuto fare la
qualificata giuria, tra candidature di ottimo
livello proposte dai venticinque club,
che hanno segnalato eccellenze dell’imprenditorialità
italiana nelpieno rispetto
del paesaggio. Un premio internazionale
è stato assegnato al Comune di Dobrowo
consegnato dalla presidente europea Daniela
Popescu che ha voluto presenziare
la cerimonia di premiazione. Ai premiati
è stato consegnato l’oggetto d’arte ideato
espressamente da Sergio Marini fin dalla
prima edizione; esprime, attraverso un
gioco di mani, i temi dell’UNESCO:
Educazione, Scienza, Cultura, Ambiente.
Una menzione d’onore è stata assegnata
alla Società Agricola Castelvecchio proposta
dal Club di Gorizia.
Il riconoscimento è stato
assegnato per il valore
aggiunto alla salvaguardia
dei luoghi storici, campo
di battaglia durante la Prima
Guerra, ora divenuti
un bellissimo parco dedicato
a Giuseppe Ungaretti
e alla sua poesia. Al centro
del parco è stata restaurata
una villa quattrocentesca
che durante le battaglie
fu adibita ad ospedale
per gli intrasportabili, i
muri dell’edificio conservano
le grida disperate
dei morenti testimoniate
dai numerosi graffiti. Sono poi state
assegnate a tutti i partecipanti al premio
menzioni speciali di e lodevole partecipazione
con i prestigiosi loghi della
Commissione Italiana UNESCO, dell’ICROM,
dell’ICOMOS, del MIBACT e
dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio
i cui rappresentanti erano presenti alla
cerimonia e hanno fatto parte della giuria.
Un ringraziamento per la riuscita della
manifestazione al Comune di Foligno,
rappresentato dal vice sindaco Rita
Barbetti, sempre presente e vicina alle
associazioni di volontariato, alla Fondazione
Cassa di Risparmio, al Rotary Club,
alla Ditta Muzzi che hanno sostenuto il
Club di Foligno per l’organizzazione e
per offrire una calorosa accoglienza alle
autorità e ai novantotto delegati che si
sono trattenuti in città per tutto il week
end. Numerosi apprezzamenti sono giunti
al Club di Foligno e Valle del Clitunno
da parte dei partecipanti che hanno
potuto visitare la città con la sapiente
guida dell’architetto Luciano Piermarini
e le località limitrofe accompagnati da
qualificati soci del club. Questa iniziativa
si annuncia crescente nella qualità ogni
anno più elevata e più numerosa. Sarebbe
importante mantenere a Foligno le prossime
edizioni in quanto prevedono una
partecipazione a livello europeo. Una notevole
spinta dunque per il turismo locale.
Proprio la presidente della Federazione
europea dei Club e Centri UNESCO
ha manifestato il suo entusiasmo per la
manifestazione e per l’accoglienza ricevuta
nella nostra città, che ha largamente
apprezzato per il suo vasto e prezioso
patrimonio culturale. A dimostrazione ha
consegnato al nostro Club un attestato di
merito per la promozione e l’attenzione
alla bellezza del paesaggio italiano.

Assisi e il cortile di San Francesco (di Franca Trubbianelli Scarabattieri)

La Basilica di san Francesco in Assisi e
gli spazi adiacenti si sono trasformati per
cinque giorni in un “Cortile di incontri”
dove credenti e non credenti, si sono trovati
per parlare di religione, di filosofia, di
arte, di economia, insomma dei vari ambiti
del sapere. Il Cortile dei Gentili che due
anni orsono riscosse grandi consensi, ha
suggerito al Cardinale Gianfranco Ravasi
di scegliere ancora Assisi per “fare incrociare
gli sguardi di persone molto diverse
tra loro, ma in fondo simili nel volto”.
Il tema scelto è stato UMANITA’, nel
suo duplice valore: tutti siamo figli di
Adamo legati fraternamente fra noi e con
la terra che ci nutre e ospita. Ma UMA-
NITA’ è anche “ carità, misericordia,
compassione, tenerezza “: qualità che
devono essere riscoperte per tornare a
vivere in serenità l’uno accanto all’altro.
UMANITA’, secondo padre Enzo Fortunato,
Direttore della Sala Stampa del
Sacro Convento, l’aveva ben capita
san Francesco che nel Cantico delle
Creature affermava come ogni cosa
non ci sia estranea, ma ci appartiene.
Ad aprire il ciclo di incontri è stato Vittorio
Sgarbi il quale, quando è invitato a
parlare di arte, sa affascinare gli ascoltatori.
Lo stesso si è verificato con Philippe
Daverio, Massimiliano Fuksas e Santiago
Calatrava. Non è mancato un incontro/
scontro fra il Presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi e il Segretario Nazionale
della C.G.I.L. Susanna Camusso trovatisi
a discutere della situazione economica
del nostro paese. A parlare delle religioni
sono intervenuti Paolo Mieli , Bruno Forte
e Franco Cardini. Il realismo francescano
è stato trattato da Massimo Cacciari sia
sotto il profilo teologico che filosofico.
Sul problema delle periferie urbane si
è espresso Alex Zanotelli, mentre sulle
migrazioni si sono soffermati Gino Strada
e Zygmunt Bauman. A trattare poi delle
terribili conseguenze delle guerre nel vicino
medioriente sono stati Corrado Formigli,
Padre Enzo Fortunato e Andrea Iacomini.
Soprattutto quest’ultimo, in qualità di
rappresentante Unicef, ha raccontato le
indicibili atrocità di bambini che saltano
sulle mine perdendo gli arti e le gravi
difficoltà delle famiglie che vivono nei
campi profughi, ormai trasformati in città.
Tanti altri oratori si sono avvicendati:
ministri, soprattutto donne: Maria Elena
Boschi, Stefania Giannini e Roberta Pinotti
perché le donne hanno uno sguardo più
penetrante sul mondo, ha affermato il card.
Ravasi. E poi economisti come Stefano
Zamagni, industriali come Brunello Cucinelli
e giornalisti e professori universitari,
dai quali è emersa una grande opportunità
di ascolto e di arricchimento personale.
Fiore all’occhiello, infine, il concerto
di Uto Ughi e quello di Nicola Piovani.

Fobofobia (di Carlo Rampioni)

Durante il percorso delle mie conoscenze
ho appreso tra le altre cose
anche delll’esistenza delle fobie, paure
diverse per diverse situazioni, sapendo
così che molte persone soffrono di queste
affezioni Venni così a conoscenza
delle più comuni quali la claustrofobia
e, per contro, l’agorafobia, poi ho saputo
dell’acarofobia e, personalmente,
accusando un certo fastidio nei confronti
della troppa luce, ho saputo di
essere affetto da fotofobia; e poi per
molto tempo non mi ricordo di avere
sentito di altre, anche se comunque ce
ne saranno. Ma da qualche tempo ho
verificato che ne esistevano di nuove
e altre ancora ne stavano nascendo.
Ho così scoperto che se si esprime
un pensiero sul proprio orientamento
sessuale si è affetti da omofobia, se
si esprime una opinione su un popolo
o una cultura diversa dalla propria si
può essere affetti da xenofobia con la
forma anche più grave di razzismo, se
ti esce un qualsiasi, anche innocente e
simpatico, apprezzamento sulle donne
si rischia di contrarre il sessismo, altra
nuova patologia insorgente. E siamo
tutti sempre soggetti a rischio, basta
solo aprire bocca. Mi domando se un
eccesso di politicamente corretto possa
scadere nel democraticamente scorretto.
Ora devo chiudere, sento che sto
per avere un attacco di pensierofobia.

Per una Foligno a misura di turista. Una giornata di lavori a Palazzo Trinci (di Rita Fanelli Marini)

Sabato 31 ottobre nella Sala Conferenze
di Palazzo Trinci si è tenuto un convegno
sul tema del turismo. L’invito a costruire
insieme l’intera giornata di lavoro e di
riflessione è stata rivolta alle associazioni
di categoria e alle associazioni culturali
che operano in città, esortate a dare un
contributo, ognuno nella propria specificità,
attraverso proposte concrete. I
lavori della mattina sono stati presieduti
dalla presidente del Consiglio Regionale,
Donatella Porzi, quelli del pomeriggio
dal vice sindaco del Comune di Foligno,
Rita Barbetti. Al termine della rispettiva
tornata hanno tratto conclusioni e offerto
indicazioni che sostanzialmente hanno
lodato l’impegno della città e delle
numerose associazioni nelle iniziative
realizzate nel corso dell’anno, sempre di
livello elevato, ma poco pubblicizzate e
quindi che non riescono a fare turismo. In
particolare, il vice sindaco Rita Barbetti,
ha risposto alla ripetuta richiesta emersa
nei numerosi interventi, di rendere disponibile
un punto di riferimento per creare
un’agenda degli eventi che potrebbe
attuarsi presso la segreteria del Sindaco.
Ha inoltre precisato che la centralità di
Foligno, in relazione alle città storiche che
le fanno da corona e alle numerose città
d’arte della regione, può farle assumere il
ruolo di “campo base” dal quale spostarsi
agevolmente per conoscere l’Umbria.
Qualunque scelta comunque dovrebbe
essere comunicata in modo efficace affinché
sia la nostra stessa città, sia oltre la
città, si possa acquisire la consapevolezza
di quanto Foligno sa offrire. I relatori
invitati per le due fasi del convegno, il
professor Fabio Bettoni al mattino e il
professor Ivo Pcchiarelli nel pomeriggio,
hanno centrato il proprio intervento sulla
necessità assoluta di essere il più possibile
attenti nella comunicazione dei contenuti
che spesso, sulla scia di una tradizione
legata alla superficialità, sono inesatti e
contraddittori; un esempio evidente si
riscontra nella toponomastica che in vari
casi, proprio nel centro della città non
è chiara e non sempre rispetta l’evoluzione
storica. L’Ufficio Urbanistica del
Comune possiede uno studio completo
sulla toponomastica – ha detto il professor
Bettoni – sarebbe bene recuperarlo
e renderlo noto. Sarebbe uno strumento
essenziale per dare consapevolezza
dei passaggi storici alla città, per poi
essere un utile vettore verso l’esterno.
Ha raccomandato infine di provvedere
alla pubblicazione di una guida turistica
scientificamente rigorosa, agevole e di
facile consultazione che potrebbe essere
tratta da una pubblicazione esistente
ormai esaurita, ma utile come traccia
per i contenuti. La costituzione di un
Consorzio di tutte le forze convocate
nella giornata per riflettere sul turismo,
sarebbe auspicabile per razionalizzare
interventi e investimenti, il GAL potrebbe
essere la struttura di appoggio. A questa
proposta del professor Bettoni ha risposto
Gianpiero Fusaro, il presidente del GAL
che ha accolto l’idea e ha promesso di
prendere in considerazione il problema
e di lavorare per dare vita ad un Osservatorio
Turistico del Comprensorio
di competenza del GAL. Anche l’intervento
del professor Picchiarelli è stato
illuminante e ha ribadito con fermezza
l’importanza del rispetto del paesaggio
folignate che nei secoli l’uomo ha segnato
con la propria presenza e il proprio lavoro
e che i viaggiatori del Gran Tour hanno
reso celebre per la bellezza, con la loro
testimonianza attraverso testi scritti,
disegni, dipinti. Molti i contributi di tutti
i soggetti coinvolti che sono intervenuti
con idee e dati chiari e concreti. Precisa e
approfondita l’analisi di Guido Chiodini
responsabile del Servizio Turistico del
Comune di Foligno e di Alessandro La
Porta presidente di Coopculture, uno dei
soggetti insieme al Comune di Foligno,
alla Regione Umbria e all’Associazione
RHA Eventi, che ha messo in evidenza la
necessità di creare pacchetti differenziati
da offrire per un turismo su larga scala,
per un pubblico variegato. Una giornata
intensa che tuttavia non ha potuto esaurire
tutte le sfaccettature che l’argomento
presenta e che ha avuto il merito di
mettere i tanti soggetti interessati nella
condizione di offrire un primo ventaglio
di proposte. Si è conclusa proponendo
un prossimo appuntamento per scendere
nell’operatività concreta e lavorare
per una Foligno a misura di turista.

Strade, ferrovie, aeroporti. Il nuovo Piano Regionale dei Trasporti (di Paolo Battaglini)

Con la presentazione del Piano Regionale
dei Trasporti 2014-2024 il tema dello
sviluppo della rete ferroviaria è tornato
in primo piano. Entrando nel merito dei
contenuti, sotto l’aspetto dell’assetto
del trasporto ferroviario, questo si
caratterizza per due temi prioritari uno
il collegamento con la rete dell’alta
velocità e l’altro la valorizzazione e
il potenziamento dell’Aeroporto San
Francesco. Il tema del collegamento
all’alta velocità, se da una parte se
ne auspica una rapida realizzazione
dall’altra desta allarme in molti territori
della nostra regione in quanto si torna
a parlare di un collegamento sull’asse
Perugia – Fossato di Vico, che porterebbe
ad una maginalizzazione dei territori
di Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo
Tadino e ad un depotenziamento
significativo del nodo di Foligno. Questo
depotenziamento, in termini di flussi di
traffico, avrebbe la stessa caratteristica di
quello che prossimamente vivremo con il
completamento del progetto Quadrilatero
in cui il tracciato posto a nord prevarrà,
entro breve tempo, su quello della SS 77
essendo il primo un collegamento diretto
e meglio servito con Roma e quindi con il
Tirreno grazie alla E45 mentre l’altro avrà
un ruolo prevalentemente interregionale.
Pertanto, in un prossimo futuro, la stessa
situazione si verrebbe a creare per la linea
ferroviaria di collegamento trasversale
Tirreno-Adriatico, una volta che fosse
attuata l’ipotesi della Perugia- Fossato
di Vico. Proprio su questa eventualità
i Sindaci dei territori che verrebbero
danneggiati e le stesse comunità locali
tramite le associazioni hanno manifestato
nel tempo il loro disappunto nelle varie
sedi istituzionali e sui media. Questa
preoccupazione sembra tornare alla
ribalta in base a quanto previsto nelle
politiche-azioni legate agli obiettivi
contenuti nel Piano Regionale dei
Trasporti che, se da un lato conferma
in via prioritaria il raddoppio della
linea Orte – Falconara nel tratto Terni –
Spoleto, dall’altra per il tratto Foligno
– Fabriano ne prevede la promozione
previo studio sulle possibili alternative
di tracciato. Ed è proprio sullo studio
di possibili alternative di tracciato che
si addensano le preoccupazioni. Per
l’aeroporto regionale di San Francesco,
se si vuole svilupparne le potenzialità,
la rapidità e frequenza dei collegamenti
anche ferroviari è fondamentale. La
soluzione va ricercata nella creazione
di una metropolitana leggera che trovi
lungo l’asse Spoleto – Foligno – Perugia
il suo punto di forza e che avrebbe anche
l’indiscutibile pregio di decongestionare
significativamente la viabilità su gomma
intorno a Perugia specie rispetto al
traffico di tipo pendolare riducendo
così l’inquinamento. In definitiva l’asse
portante della rete ferroviaria a scala
nazionale dovrebbe puntare ancora sul
completamento del raddoppio totale
dell’attuale tracciato della linea Orte –
Falconara come collegamento tra Tirreno
e Adriatico in sintonia con l’assetto
consolidato della rete stradale nazionale
strutturata sulle due dorsali autostradali
costiere e su trasversali che non possono
certamente essere troppo ravvicinate
in quanto si farebbero concorrenza tra
loro. Per il potenziamento dell’aeroporto
di San Francesco la realizzazione,
della metropolitana leggera sull’asse
Spoleto – Foligno – Perugia sarebbe una
solida base per il suo sviluppo, per un
miglioramento dei trasporti interni alla
regione e il presupposto per l’attacco della
rete ferroviaria umbra all’alta velocità,
prevedendone l’estensione fino alla
stazione dell’AV una volta individuata
la sua localizzazione che, speriamo sia
il più vicino possibile alla linea Foligno-
Terontola e che coinvolga anche il bacino
di utenza della bassa Toscana per dare
sostenibilità al progetto. Da ultimo un
altro punto che sembra trascurato nel
Piano Regionale dei Trasporti 2014-2024
è il ruolo dell’aeroporto di Foligno che,
visti anche i recenti investimenti per
la realizzazione della pista, non viene
menzionato mentre invece oltre al ruolo
conferitogli nell’ambito della Protezione
Civile potrebbe sviluppare anche quello
di scalo merci, attesa la realizzazione,
speriamo presto, della piastra logistica
di Foligno che, insieme a quella già
realizzata in parte a Città di Castello
e a quella di Terni-Narni, dovrebbero
essere i punti di forza del settore merci
della nostra regione. La localizzazione
della piastra logistica di Foligno ha una
posizione particolarmente interessante
in quanto è posta tra la ferrovia, con
cui è previsto il collegamento, la
SS3-SS77 e l’aeroporto e che vede in
questo ultimo un notevole potenziale
di sviluppo specie nel coinvolgimento
della logistica privata, che non andrebbe
trascurato nel Piano Regionale del
Traffico sia pure in una prospettiva
proiettata in tempi forse più lunghi.

1903 Alle Fonti del Clitunno in bicicletta (di Elvira Luisa Remoli)

Antica e ricca di novità la storia del Touring
Club Italiano che fin dalla fondazione si
è occupato di far viaggiare gli Italiani.
Fino all’inizio del ‘900 la disponibilità
di materiale cartografico
per i viaggi
è stata carente e
poco precisa, allora
il TCI tra il 1906 e il
1913, grazie al contributo
volontario
di tanti soci stipula
una Carta d’Italia in
scala 250.000. Nel
1914 inizia anche la
pubblicazione della
Guida d’Italia che
ultimata si comporrà
di ben sedici
volumi, le famose
“Guide rosse”. Poi
dal 1917 saranno disponibili per coloro che
amano conoscere il nostro Paese anche i fascicoli
“Le vie d’Italia”. Una serie dunque
di prezioso materiale utile al viaggiatore
per bearsi delle meraviglie dello Stivale
ed un lavoro tanto intenso da indurre il
Touring Club Italia a fondare una sede
adeguata a Milano in Corso Italia, tuttora
in attività. Tutte le notizie sopra riportate
le abbiamo lette in una rivista di turismo
uscita di recente e ci hanno colpito, tanto da
riportarle nel Bollettino della Pro Foligno
perché sono corredate da belle e antiche
fotografie. Tra queste ne abbiamo trovata
una, che pubblichiamo, che mostra un
numeroso gruppo di soci folignati del TCI
scattata durante una gita in bicicletta “fuori
porta” alle Fonti del Clitunno nel 1903.

La Divina Commedia torna a casa (di Piero Lai)

Nel 1865, celebrandosi i seicento anni
dalla nascita di Dante Alighieri, a soli
quattro anni dall’unità d’Italia, venne
apposta in Palazzo Orfini su Piazza della
Repubblica un’iscrizione marmorea
che ricordava come in quel palazzo
venne per la prima volta stampata e
divulgata al mondo la Divina Commedia.
Cent’anni dopo, nel 1965 la Biblioteca
Corsiniana di Roma, realizzò per la
prima volta una riproduzione in facsimile
della Commedia di Dante stampata a
Foligno. Quest’anno, ricorrendo i 750
anni dalla nascita del divino poeta, il
Comitato di coordinamento per lo studio
e la promozione dell’evento folignate,
ha organizzato il rientro a casa di una
delle trentatre copie superstiti dell’Editio
princeps, quella della Biblioteca Angelica
di Roma. Così a Palazzo Orfini, nel Museo
della Stampa, la Divina Commedia sarà
ospitata dal 21 al 29 novembre prossimi
accanto al De Bello Italico ed alle Epistolae
ad Familiares. L’orario dell’esposizione
straordinaria è fissato dalle ore 9.00 alle
ore 19.00. L’ingresso sarà gratuito. L’11
aprile del 1472 viene stampata a Foligno
dal prototipografo maguntino Giovanni
Numeister insieme ad Evangelista
Angelini di Trevi e con la collaborazione
dello zecchiere folignate Emiliano Orfini,
l’editio princeps della Divina Commedia
di Dante Alighieri. La diaspora dei primi
tipografi tedeschi dopo il sacco di Magonza
del 1462 porta molti di essi a percorrere
l’Italia, ricca e culturalmente avanzata,
alla ricerca di mecenati, principi, vescovi,
comunità, imprenditori che potessero
finanziare la nuova rivoluzionaria arte
della scrittura artificiale. Uno di questi
prototipografi Johann Numeister, allievo di
Johann Gutenberg, con alcuni compagni,
è a Foligno, sembra nel 1463, come
copista di manoscritti. L’arte segreta
trova i suoi mecenati nei fratelli Mariotto
ed Emiliano Orfini, nobili imprenditori
folignati. Emiliano, orafo e zecchiere
pontificio, presta le sue alte qualità di
incisore al disegno delle lettere per la
stampa. La società tipografica folignate
imprime nel 1470 il De bello italico
adversus Gothos dell’aretino Leonardo
Bruni, l’anno seguente le Epistolae ad
familiares di Cicerone e, l’11 aprile 1472,
la prima edizione della Divina Commedia
in cui si sottoscrive anche Evangelista
Angelini di Trevi, abitante in Foligno,
ultimo apporto alla società editoriale.
L’esemplare usato nella stampa della
Divina Commedia di Foligno è stato
individuato nel manoscritto trecentesco
conservato nella Biblioteca del Seminario
di Belluno, il cosiddetto Lolliniano 35,
appartenente ai Danti del Cento, un
gruppo di manoscritti trecenteschi della
Divina Commedia, ascrivibili all’officina
scrittoria di Francesco di ser Nardo da
Barberino, di cui si narra che “con cento
Danti ch’egli scrisse maritò non so quante
figliole”. Il 27 agosto 1911 Gabriele
D’Annunzio pubblicava sul Corriere
della sera un articolo straordinario che
rievocava il momento della stampa
a Foligno della prima edizione della
Divina Commedia. Quando, anche i
più sensibili cultori dell’umanesimo,
nutrivano dubbi sulla nuova invenzione
tedesca che invadeva l’Italia “un orafo
e zecchiere di Foligno, pratico in
intagli di acciari e in istampe di conii,
chiamato Emiliano Orfini, primo fermò
il pensiero di mettere in torchio il poema
di Dante”. Immagina, l’immaginifico,
che una sera a Roma in una bottega in
via Delle Coppelle, il folignate incontrò
un omaccino di Colonia che portava
un pellicciotto rossigno ed una berretta
lunga che gli ricadeva sugli occhi. Era lo
stampatore Giovanni Numeister. Divenuto
socio dello zecchiere umbro il maestro
renano, sulla riva del Topino, fondò la
stamperia memorabile da cui doveva
uscire il primo esemplare impresso della
Divina Commedia. Pensa D’Annunzio che
quell’11 Aprile 1472 fossero presenti nel
Palazzo Orfini tutti i rappresentanti della
cultura umanistica folignate: Cantalicio,
Sigismondo de Comitibus, Marco da
Rasiglia, Michelangelo Grilli, Antonio
Bettini, L’Alunno. Con la consapevolezza
di essere nel posto giusto al momento
giusto, mentre assistevano ad un evento
che rappresentava la risposta più bella
alla loro ansia di novità: “Penso che tutti
tacessero, e che non s’udisse quivi se non
stridere il legno tra mastio e chiocciola,
fuori garrire qualche balestruccio, e
l’infinito anelito della primavera a
quando a quando. Mi sembra che nella
loro inconsapevolezza dovessero almen
sentire l’ansia d’una vita nuova, la
rinascita d’una grande cosa occulta, e
quella immobilità che è nell’asse quando
la ruota gira, potendo quel punto della
città murata apparir quasi centro ideale
dell’Italia bella in quella guisa che l’onfalo
di Delfo era fatto centro del greco mondo.”