Lu Cuccugnau
Giulio Giuliani, lu cuccugnau / lunariu che aricrea, che azzecca e che struisce su ‘ttutte / le cose de Fulignu e dell’Ummria. Foligno Campitelli, 1921.
Lunario in foglio, 70,4×82,6 cm.
Cuccugnai, vale a dire civette, è l’appellativo dato ai folignati dagli abitanti dei paesi vicini, irritati dal loro centralismo. Si narra che i folignati abbiano scambiato per lo Spirito Santo una civetta che si era posata sul campanile della Cattedrale di S. Feliciano, o che la macchina raffigurante lo Spirito Santo che Tradizionalmente nel giorno della Pentecoste scendeva dal campanile del Duomo fosse tanto poco simile ad una colomba da essere definita, in senso spregiativo “lu cuccugnau “.
Gli abitanti di Foligno, poi, parlano come le civette; maneggiano molto denaro, gli zecchini nuovi di conio detti occhi di civette; usano le civette come richiamo per la caccia. Entro una cornice tipografica, in alto a sinistra l’immagine notturna della città, di cui si intravvede la cupola e il campanile della Cattedrale e la civetta, con i versi: “Notte ‘ncantata! / Tui tui! tui! fa la cioetta / e fferma stane sopra a la crocetta / de la cuppola vianca e inargentata. / E’ un gran malignu / quillu che ‘ddice male de Fulignu!”. Al centro il titolo, a destra la data. Nella parte inferiore, al centro il “Discursu” in versi, ai lati i mesi entro cornici tipografiche. A sinistra dell’impresa dell’editore Campitelli, la firma dell’autore: G. Giuliani, il noto poeta dialettale