Editoriale – Ottobre 2019
Al centro del giardino, l’uno accanto all’altro, vivevano un cipresso e un salice piangente.
Il primo, alto tanti metri, ondeggiava con la punta nell’aria simile a un pennello sulla tela di un artista. Il salice, poverino, era molto più basso del cipresso e con le fronde più larghe e più lunghe appese ai rami, agili e flessibili, s’incurvava sempre più verso l’erba del prato.
Un giorno il cipresso disse all’amico: “Alto come sono, io riesco a vedere tante cose belle che tu non riesci nemmeno ad immaginare; anche le più lontane…! Al di là della recinzione vedo immensi prati fioriti e all’orizzonte una collina tonda come un panettone, con un grazioso paesino circondato da un bellissimo campo di girasoli”.
Rispose il salice: “Sei proprio fortunato di poter vedere dall’alto tante meraviglie! Però anch’io posso raccontare la mia bella storia! Con le foglie riesco ad accarezzare dolcemente i petali dei bellissimi fiori che mi circondano e ad aspirarne l’inebriante profumo. Ogni sera, poi, prima di addormentarmi, ascolto da vicino l’allegra serenata dei grilli”.
Luca Radi, 27 ottobre 2019