Nel corso dei suoi cento anni, la Pro Foligno ha vissuto inevitabilmente eventi fortunati incrociati con momenti di difficoltà. Al di là dei singoli eventi, rimangono tuttavia le pietre miliari che la Pro Foligno ha lasciato in custodia alla città. Già nel 1906 ebbe a compiere una operazione coraggiosa con la fondazione della associazione di pubblica assistenza “Croce Bianca”. Continua...

Ma quando riaprirete la Madonna delle Grazie (di Maria Edvige Benedetti Placchesi)

Pomeriggio di un agosto bollente, “odio
l’estate” , questa in modo particolare;
cerco rifugio nel seminterrato di casa e
decido di risistemare il “Nazareno and
friends”, come chiamo la raccolta di
santini: due album piuttosto affollati e
caotici. Dal primo, dedicato al Titolare
e a Sua Madre, in duplice copia affiora
un’immaginetta “seppiata” come un dagherrotipo:
“IMMAGINE DI MARIA
SS. DELLE GRAZIE CHE SI VENERA
A FOLIGNO”, dietro: una preghiera che
assicura “50 giorni d’indulgenza” ed è a
firma Siro Silvestri, Vescovo … si risale
alla mia remota adolescenza, alla metà
del secolo scorso … L’immagine presenta
un affresco di fattura non eccelsa:
in una “mandorla”sostenuta da quattro
piccoli angeli la Vergine, seduta in trono
accanto al Figlio, poggia il capo sulla
spalla sinistra di Lui, la Sua mano destra
si posa sulla Sua spalla destra mentre la
sinistra si unisce alla destra di Lui sul
davanti delle due figure allacciate perché
la mano sinistra del Cristo circonda
le spalle della Madre. Ai loro piedi, a
sinistra di chi guarda, Giovanni Battista
inalbera i suoi cernecchi arruffati e a
destra un altro santo meno distinguibile
… dagli attributi forse Giacomo minore.
Niente “deesis” bizantina ma una scena,
nonostante il trono, famigliare e domestica:
una Madre che chiede qualcosa a
Suo Figlio … La Madonna delle grazie
… Io abito in via Madonna delle grazie,
da anni ho chiesto al Comune il ripristino
della targa con il nome a Porta Todi:
la grande lastra di marmo con la scritta
incisa “Via delle grazie”, a cui una frettolosa
pennellata di vernice nera passata a
normografo aveva aggiunto “Madonna”,
è sparita all’arrivo della Banca Toscana
e non è più ricomparsa. Da tre anni mi
è stato diagnosticato il diabete e ogni
giorno devo espletare quella che chiamo
“l’ora del criceto”: una camminata
a passo svelto che mi fa sentire tanto
criceto nella ruotina della gabbia, passo
perciò spesso davanti alla chiesa seguendo
le varie fasi: prima danneggiata
dal terremoto, poi imprigionata dalle
impalcature, ora libera ma con la statua,
sulla facciata neogotica, della Madre e
del Bambino che hanno letteralmente
“perso la faccia”, la porta ostinatamente
chiusa, le finestre oscurate. La pietà
popolare non demorde: sulla finestra a
sinistra ci sono piante e lumini, su quella
di destra un’ asparagina volenterosa si è
arrampicata di buona lena, ma una volta
almeno si poteva vedere l’interno dalle
due finestre, ora nemmeno più quello …
Con l’improntitudine che mi distingue
ho abbordato il Vescovo, incontrandolo
per caso in via Gramsci: “Ma quando
riaprirete la Madonna delle grazie?” “Mi
mancano i preti … “, “Così imparate a
rifiutare le donne …” . Se si deve chiedere
una cosa l’approccio non è dei più
indicati ma in fondo non chiedo molto:
la riapertura delle finestre sulla facciata,
una messa l’anno … io ricordo una festa,
una specie di piccola fiera con qualche
bancarella, forse i fuochi artificiali …
Dopo la diagnosi del diabete i miei rapporti
con il Padre, sempre dialettici, sono
ulteriormente degenerati e oramai siamo
ai ferri corti ma per la Madre e il Figlio
conservo la più alta stima e profonda tenerezza:
Loro le mani se le sono sporcate
con questo mondaccio! Il Vescovo perfino
mi ringrazia per avergli ricordato la
cosa e, visto il mio attacco, devo dire che
mi sembra seriamente avviato alla santità
… Sessantatre anni fa l’amico più caro
di mio padre che, ricoverato in ospedale,
sembrava non dover arrivare al mattino,
riportando a casa il suo pigiama zuppo di
sudore (“sembrava la sacra sindone” diceva
mamma) fermò la bicicletta davanti
alla chiesa, entrò e mostrò alla Madonna
quei panni dicendoLe: “Questo c’ha due
figli piccoli … mettici le mani Tu …” E
Lei le mani ce le deve aver messe perché
papà ce la fece. Per questo mi piacerebbe
rivedere la chiesa aperta qualche volta,
per poter parlare con la Madonna a
quattr’occhi, scambiare con Lei qualche
confidenza e qualche consiglio: in fondo
siamo entrambe titolari di famiglie un
bel po’ problematiche … la Sua certo
molto, ma molto, più allargata della
mia … ma si sa, tra donne ci si capisce.

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