Incontro pericoloso (di Franca Franconi Falfari)
Stanca e claudicante per un forte
attacco di artrosi, procedevo a fatica
lungo il viale dei Canapè quando una
voce suadente ed amica mi saluta alla
spalle. “Come sta signora, è tanto che
non ci vediamo”. Mi fermo, guardo la
donna e la giovane accanto. “Non ho
il piacere di conoscervi sicuramente
mi confondete con un’altra”. Le due
insistono, dicono di conoscermi bene.
“Non si ricorda di Maria, di Antonietta,
di Giovanna?” “Forse sono un suo
sosia, tutto ciò che dite mi è nuovo,
pertanto vi state sbagliando”. Le due
donne una a destra e una a sinistra non
si allontanano. Provo a riprendere il
cammino, ma le due insistono. “Come
sta? Come sta sua figlia? Domanda vaga
e inventata. “Non ho nessuna figlia,
lasciatemi riprendere la passeggiata”.
A questo punto le due donne di malavoglia
fingono d’allontanarsi ed io
riprendo a camminare lungo un vialetto
secondario, ma presto le due tornano ad
importunarmi. “Dobbiamo parlare con
suo figlio” mi dicono con tono deciso
“Mio figlio sta fuori Foligno non è possibile”
rispondo seccamente. Cambiano
tono e chiedono un bicchiere di acqua,
evidentemente sapevano dove abitavo,
rispondo che una fontanella è poco
distante, scoraggiate dal mio ennesimo
rifiuto e dal provvidenziale passaggio
di un’allegra famigliola s’allontanano
bruscamente. Se fosse stata sera, se
il luogo fosse stato meno frequentato
come si sarebbe concluso l’incontro?
Purtroppo anche nella nostra città
vagano persone mal intenzionate a
caccia di soggetti deboli ed anziani!
