Nel corso dei suoi cento anni, la Pro Foligno ha vissuto inevitabilmente eventi fortunati incrociati con momenti di difficoltà. Al di là dei singoli eventi, rimangono tuttavia le pietre miliari che la Pro Foligno ha lasciato in custodia alla città. Già nel 1906 ebbe a compiere una operazione coraggiosa con la fondazione della associazione di pubblica assistenza “Croce Bianca”. Continua...

Palazzo Trinci

Nella parte superiore, all’interno di un’edicola, le immagini di Amore e Psiche secondo la versione dell’Asino d’oro di Apuleio. Amore, il puttino alato, regge con il braccio sinistro una cesta con delle focacce che getta con la mano destra a Cerbero, assimilato ad un piccolo lupo. Psiche, vestita di un lungo chitone, con ali di farfalla, tiene nella mano un passerotto, nella sinistra un mazzo di spighe. Al centro una trapezza rotonda sulla quale poggiano un simpulum ed un cratere. Nella parte inferiore, abrasa l’originaria iscrizione funeraria, sono incisi sei esametri in caratteri gotici, che ricordano l’origine di Palazzo Trinci:  
 
MILLETRECENTENIS DOMINI SI IUNEXERIS ANNIS / OCTAGINTA NOVEM DE TRINCIS EXTITIT IPSE / TUNC UGOLINUS TERRE HUIC DOMINATUS ET ARCI / OCTAVUS DECIMUS CUM DEIDE RELABITUR ANNUS/ MIRIS STRUCTURIS OPERUM DOMUS HEC REPARATUR / URBANUS SEXTUS PRIMO GREGO POST DUODENUS.

Secondo le più recenti interpretazioni l’iscrizione dovrebbe essere così interpretata: Ugolino Trinci nel 1389, sotto il pontificato di Urbano IV, assume il dominio del territorio e della rocca di Foligno, il cassero dell’Albornoz, e diciotto anni dopo, nel 1407, sotto il pontificato di Gregorio XII, interviene su quel primo nucleo abitativo che diverrà Palazzo Trinci facendolo ristrutturare meravigliosamente. L’illuminato collezionismo archeologico dei Trinci, teso all’esaltazione del casato, sceglie una stele romana per tramandare ai posteri l’origine di quel palazzo signorile che resterà per secoli il fulcro della vita politica, sociale ed artistica della città.