L’Umbria, in particolare, su due ruote (di Luca Radi)
Se osservi l’Umbria nel particolare vedi
un’altra terra. Puoi annusare il profumo
del fieno appena tagliato oppure di quelle
erbe che crescono spontanee all’incrocio
tra una strada sterrata ed un campo incolto;
puoi assaporare i piatti gustosi, che
non gli chef iperstellati ma le mamme
innamorate della propria terra, preparano
con tanta cura e vera dedizione; puoi
ascoltare il suono felice delle campane
della domenica mattina, il chiacchiericcio
buono sui vicoli del borgo, il belare
della pecora seguito dal chicchirichì o
dallo starnazzare del pennuto sull’aia. Se
poi ti fermi per un attimo, puoi toccare la
corteccia spessa della quercia che divide,
come un tempo, un terreno di proprietà
da un altro, oppure prendere in mano un
grappolo d’uva matura, sentirne la bella
consistenza ed il dolce profumo. Se in
Umbria vai lentamente e senza la frenesia
di stare sopra ad un’automobile con
tanti cavalli o in sella per arrivare primo,
il dono più grande che puoi riceverne è
quello di Riuscire a Vedere.
Dico io, deviando dal Piccolo Principe,
che l’Essenziale è visibile agli occhi, se
questi hanno il tempo e la possibilità di
osservare.
Andando piano vedi anche il fiore e
l’insetto, ma soprattutto scopri la vera
anima di una terra.
Passando nei pressi di Montefalco ho
rivisto la vite maritata (la vite coltivata
arrampicata ad un albero di acero
campestre, invece che sui soliti pali di
cemento). Più giù tra Bevagna e Cannara,
c’era un’enorme pianta di fico e
sotto tre o quattro porcelli in un recinto
fatto di stecche di legno che mangiavano
i dolci frutti caduti in terra. Mi
è tornato in mente che già i latini, in
queste terre, usavano questa tecnica di
allevamento sotto ficaie, per preparare
e dare un sapore migliore alla carne del
maiale (soprattutto al fegato che, infatti,
deriva dal latino ficatum) e quindi alla
sua lavorazione che ha inizio nel mese
di dicembre.
La Francescana, la ciclostorica che
partendo da Foligno raggiunge i più bei
borghi dell’Umbria passando per strade
bianche e attraversando le vie di campagna,
lontane dal traffico, è tutto questo.
Certo ho visto anche spingere forte sui
pedali e sudare per riuscire a terminare
quel lungo percorso e quella salita, ma
poi dietro alla curva ho rivisto il sorriso,
oppure una mano spingere la spalla della
compagna di percorso, per alleviarle un
pò di fatica; ho visto persone fermarsi per
aiutare l’amico (conosciuto quello stesso
giorno) a ricucire una catena strappata o
una camera d’aria bucata.
Eh si, chi partecipa (e parteciperà) a La
Francescana è anche uno sportivo di alto
livello, capace di imprese sensazionali,
ma in quel giorno decide di stare con se
stesso, con la propria anima, rispolverando
una vecchia bicicletta dimenticata in
cantina. L’Umbria è un territorio unico,
che ha necessità di essere scoperto o
riscoperto grazie anche ad un ciclismo
diverso in cui la classifica e la tecnologia
del mezzo non fanno da padrone; un
ciclismo che guarda passato, presente e
futuro dando spazio all’uomo, ai luoghi,
alla bellezza che ci circonda.
Noi siamo già al lavoro per farvi vivere
una nuova bella esperienza qui nella
nostra terra.